Ciao Marco! Ci presentiamo brevemente?
Ci racconti quanti anni hai? Quale è la tua città e da
quanto tempo fai del disegno la tua professione?
Ciao, eccomi qui! Grazie per questa opportunità! Sono nato
nell’anno di uscita dei Goonies al cinema, anche se ci credono in pochi. Sono
in Salento, Puglia, precisamente a Brindisi. Ho lavorato nel settore editoriale
per diversi anni. Ho frequentato una scuola di fumetto. Amo da sempre disegnare
e raccontare storie. Da circa un anno mi occupo di illustrazione e
grafica a tempo pieno.
Ti definiresti un artista o un illustratore? Ci spieghi
la differenza, per te, tra queste due “etichette”?
Secondo me la differenza tra i due termini è che con artista di definisce una persona che si esprime facendo arte con qualsiasi mezzo e/o azione possibile. Mentre illustratore è una figura che si occupa di un determinato settore, quindi è un’etichetta più settoriale. Io forse adesso mi sento più illustratore, perché mi occupo soprattutto di illustrazione, anche se mi interesso di altre attività artistiche come la fotografia e la scrittura.
Secondo me la differenza tra i due termini è che con artista di definisce una persona che si esprime facendo arte con qualsiasi mezzo e/o azione possibile. Mentre illustratore è una figura che si occupa di un determinato settore, quindi è un’etichetta più settoriale. Io forse adesso mi sento più illustratore, perché mi occupo soprattutto di illustrazione, anche se mi interesso di altre attività artistiche come la fotografia e la scrittura.
Grafite o penna grafica?
Ho iniziato a disegnare a matita, provando diversi strumenti tradizionali: pennelli, chine, acquerelli e tempere. Quando ho scoperto il digitale ho abbandonato pian piano le matite. È stato un processo graduale; utilizzavo gli strumenti tradizionali per disegnare e la tavoletta per la colorazione. Ora faccio tutto in digitale, dal bozzetto alle matite, fino ai colori. Mi ci trovo bene e riesco a esprimermi come voglio. Ogni tanto mi capita di riprendere in mano una matita, ma solo per scrivere brevi appunti.
Un ostacolo incontrato lungo la strada?
La frustrazione, assolutamente! È l’unico vero ostacolo che sento di definirlo tale. Soprattutto quando si è agli inizi è difficile andare avanti.
Si affrontano lunghissime fasi di apprendimento ed esercizio. Fare tanta pratica e non accorgersi dei risultati, dei miglioramenti… È dura.
È molto frustrante anche perché c’è poca gratificazione. Però la pratica (e combattere la frustrazione) serve, serve tantissimo.
Ci faccio caso ora e sono molto felice di non aver mai mollato. Ne è valsa la pena. Naturalmente non mi sento arrivato. C’è sempre da imparare e voglio migliorare ancora.
Il primo lavoro?
Ho illustrato alcune storie per bambini. Faranno parte di un’app, attualmente in fase di sviluppo. Ho realizzato una trentina di illustrazioni per tre differenti storie.
La tua “illustrazione nel cassetto” ? (un lavoro o un progetto al quale tieni particolarmente)
Realizzare illustrazioni ispirate a Una Serie di Sfortunati Eventi. Non è tutta farina del mio sacco, non essendo un progetto personale a tutti gli effetti, ma ci tengo in maniera particolare. Ho sempre desiderato creare qualcosa su Una Serie di Sfortunati Eventi, perché ho adorato i libri di Daniel Handler (Lemony Snicket) e anche il film con Jim Carrey (checché se ne dica in giro). Ci penso da più di un anno e ho iniziato a fare i primi bozzetti e gli studi dei personaggi proprio in queste ultime settimane. Lo faccio nel tempo libero e non so quante illustrazioni riuscirò a completare, ma l’importante e aver iniziato. Riguardo a progetti completamente miei ho qualcosa in mente, sì. Nel cassetto. Non mi dispiacerebbe illustrare alcune scene dei romanzi che ho scritto in passato.
Il PORTFOLIO, parola spaventosa per gli esordienti, cosa consigli?
Prima di tutto di non avere fretta. Non realizzare illustrazioni solo per far numero; meglio lavorare sulla qualità che sulla quantità. Mettere in luce i propri punti di forza è un altro consiglio (quindi bisogna anche conoscere bene se stessi). Poi di studiare bene le richieste del mercato ed evitare di creare un portfolio monotematico, per esempio fatto di solo di studi di personaggi.
Una carrellata di creativi che segui o ai quali vorresti stringere la mano?
Sono tantissimi! In realtà mi piacerebbe stringere la mano a tutti i creativi che seguo sui social. Ci sono illustratori bravissimi e che ammiro tantissimo. Alcuni non sono famosi – non ancora! – ma li trovo davvero eccezionali. Anche se è impossibile nominarli tutti colgo l’occasione per ringraziarli. Da loro imparo sempre qualcosa.
Progetti per il futuro?
Sto lavorando ad alcuni progetti per piccoli lettori. Non posso dire molto, purtroppo. In generale cerco di organizzare il lavoro giorno dopo giorno. Pianifico, certo, ho le mie idee, ma evito di guardare troppo in là. Voglio fare bene ora. Al futuro (molto futuro) ci penserò quando sarà il momento, come mi ha insegnato Hagrid! (quel che sarà sarà…)
Domanda a piacere: non te l’abbiamo chiesto, ma avresti tanto voluto dircelo durante quest’intervista.
Uhm, vediamo, fammici pensare… Ecco, ci sono! “Cosa ti riesce meglio nelle illustrazioni? Qual è il tuo punto di forza?” Risposta: Penso sia la scelta dei colori. Me lo dicono spesso e inizio a farci caso. Ricordo di aver avuto a lungo problemi con la selezione delle palette. Ho curato questo aspetto esaminando e auto criticando anche piuttosto pesantemente i miei lavori. Come sempre la pratica aiuta.
Grazie mille! ☺
Le SvalvoLinee
Cristina De Liso
Laura Deo
Serena Lombardo
Cristina Trapanese
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