martedì 14 marzo 2017

Oggi sulla scrivania: Virginia Woolf - La bambina con il lupo dentro

Virginia Wolf 
La bambina con il lupo dentro

testo di Kyo Maclear
illustrazioni di Isabelle Arsenault
edito da Rizzoli, 2012, Italia (seconda edizione) 2014 



"Un giorno mia sorella Virginia
si è svegliata che aveva un lupo dentro.
Faceva VERSI da lupo
e si comportava in modo strano"



Questa delicata e coloratissima storia parla di due sorelline: Virginia e Vanessa.
Vanessa si accorge che per Virginia la giornata non è iniziata nel migliore dei modi.
La sorellina è di malumore, si lamenta facendo versi e  ringhiando, fino a scoprire che coltivava un lupo dentro, metafora di un malore interiore.

Dopo averle provate tutte, e intristita dal silenzio della sorellina, 
per Vanessa partire per un posto lontano, immaginario e perfetto, sembra l'unica soluzione.
Un luogo dove poter abbandonare la malinconia e 
portare  "tutto il fuori dentro", ovvero dipingendo attraverso la fantasia, il disegno e il collage il mondo tanto agognato portandolo nella loro cameretta.


       
Virginia Wolf - la bambina con il lupo dentro, riesce ad essere leggero pur affrontando un tema molto serio e complicato come la depressione.


La piccola Virginia Wolf (la sorellina lupo) si rifà al personaggio della grande scrittrice, Virginia Woolf, che soffriva di crisi nervose ed era molto legata alla sorella pittrice Vanessa.
Nell’albo scritto da Kyo Maclear la vicenda trova un lieto fine, e la soluzione al problema, improvviso e misterioso si rivela essere la creatività e l’amore fraterno.



Come sempre Isabelle Arsenault ci stupisce con i suo fondi ad acrilico, ricchi di velature ed eleganti pennellate, e gli immancabili pastelli colorati.
Ma il vero punto forte di questo libro è il mezzo usato per illustrare le due sorelle in quanto involucri delle loro anime, attraverso delle sagome nere, creando un vero e proprio gioco grafico-pittorico di incredibile armonia.
Nulla poteva essere più efficace di un gioco di contrapposizioni per esprimere al meglio i contrasti interiori.

Nel 2013 questo libro ha vinto il "White Raven Award".

Senza dubbio una piacevole lettura ricca di poesia che riscalda il cuore.





Cristina Trapanese

mercoledì 8 febbraio 2017

INTERVISTA: Leire Salaberria


10 domande per conosce meglio i professionisti del settore







Ciao Leire!

Ci presentiamo brevemente?  Ci racconti quanti anni hai? Quale è la tua città e da quanto tempo fai del disegno la tua professione?

Mi chiamo Leire, ho 33 anni, sono mamma, illustratrice da 5 anni e creativa da sempre. Vivo nella città più bella del mondo, Donosti.



Ti definiresti un artista o un illustratore? Ci spieghi la differenza, per te,  tra queste due “etichette”?

Creativa, creo racconti, immagini, idee, storie…
Un illustratore è qualcuno che racconta con le immagini e un artista, da quello che dice il dizionario, è qualcuno che ha capacità per alcune tra le belle arti. Artista è più generico e illustratore è più concreto.



Grafite o penna grafica?

Dipende dal progetto, però se devo scegliere una tra le due scelgo la grafite.               Abitualmente disegno più in tradizionale che in digitale.



Un ostacolo incontrato lungo la strada?

Per me il maggior ostacolo sono stata io stessa. Fino ad ora ho accettato tutti i progetti che mi venivano proposti. Quasi non avevo tempo di fare i miei e a lungo andare questa cosa ti consuma. Ora ho optato per l’essere più selettiva e scegliere i progetti che mi interessano di più, e mi sono data tempo per fare i miei personali che sono quelli che mi motivano davvero. Prima passavo la vita lavorando nello studio, ora lavoro meno e vivo di più. Il lato negativo è che quando si accavallano più progetti alla volta ti ritrovi di nuovo chiusa nello studio…



Il primo lavoro?

“Euria ari duenean” un albo scritto e illustrato da me che ha vinto il premio Etxepare nel 2011 e che è stato pubblicato in basco, castellano, galiziano e bretone.



La tua “illustrazione nel cassetto” (un lavoro o un progetto al quale tieni particolarmente)

“La montagna più alta del mondo” un fumetto scritto da Jon Juarez, il mio partner, con il quale sto iniziando a lavorare poco a poco, tra un progetto e l’altro.



Il PORTFOLIO, parola spaventosa per gli esordienti, cosa consigli?

Non inserite nulla di cui non siete sicuri.



Una carrellata di creativi che segui o ai quali vorresti stringere la mano?

Nel cinema Tarantino, West Anderson. Nel fumetto Frederik Peeters, Gipi.. nell’albo illustrato per l’infanzia Shaun Tan, Oliver Jeffers, Beatrice Alemagna…



Progetti per il futuro?

Proprio in questo periodo sto lavorando ad un paio di manifesti, ma a largo termine continuo con il fumetto e lavoro a varie storie mie che voglio trasformare in libri.



Domanda a piacere: non te l’abbiamo chiesto, ma avresti  tanto voluto dircelo durante quest’intervista.

In questo momento non mi viene in mente niente.







Grazie mille! ☺




Le SvalvoLinee


Cristina De Liso
Laura Deo
Serena Lombardo
Cristina Trapanese

mercoledì 11 gennaio 2017

Scopri l'artista: Sara Andreasson



Sara Andreasson



Oggi per la nostra rubrica 
abbiamo la talentuosa Sara Andreasson, nazionalità svedese, classe 1989.
Designer ed illustratrice, attiva anche come editor presso il BBYmagazine,
(una rivista indipendente da spulciare qui) Sara studia alla Chalmers University of Technology di Gothenburg, specializzandosi in design del prodotto e successivamente presso la School of Design and Crafts.




Attualmente lavora e vive a Londra e fa parte dell’OAS Studio (date un'occhiata qui), un collettivo situato a Göteborg che si occupa di design, workshop e diversi ambiti ed iniziative.



Sara, pur essendo giovanissima, si è distinta negli ultimi anni per le significative collaborazioni con importanti brand  e magazine, tra i quali Converse, Apple, New York Times, The Guardian, Rolling Stone e molti altri.




Il suo stile asciutto ed essenziale sembra trarre ispirazione dall’iconografia pop della street art ed è caratterizzato da forme semplici e dal forte impatto comunicativo, che si servono di una palette vivace e ricca di contrasti per veicolare l’immaginario dell’illustratrice, ricco ed estremamente affascinante, assolutamente da scoprire!





Cristina De Liso






lunedì 9 gennaio 2017

Oggi sulla scrivania: ELRIC, Il trono di rubino I


ELRIC, Il trono di rubino I
Basato sull'opera di Michael Moorcock
Sceneggiatura: Julien Blondel
Matite: Didier Poli
Chine: Robin Recht
Colori: Jean Bastide
Edizioni mondadori, 56 pag a colori





Oggi sulla scrivania, c'è una graphic novel che tocca tematiche e stili molto diversi da quelli incontrati fino ad ora, ma che rientrano sempre nel vasto mondo dell'illustrazione.

CRUDO, BAROCCO, EPICO



parliamo del mondo di Elric di Melniboné, personaggio importantissimo di una saga dark fantasy caposaldo del suo genere, scritta da Michael Moorcock, definito nel mondo della letteratura anche come l'anti Tolkien.


La storia di questo antieroe è stata più volte affrontata da diverse case editrici di fumetti e mai cinematografiche, perchè visto come personaggio troppo caro per tentare azzardi.

Ma di tutti i rimaneggiamenti, vicini o lontani alla storia originale, questi volumi editi da mondadori sono quelli che più sono riusciti a toccare le tematiche e il sapore dell'ambientazione visivamente parlando. Tanto che Moorcock ha espresso il suo parere positivo su questa riscrittura affermando che gli autori abbiano migliorato la sua storia.


L'idea parte dal disegnatore Didier Poli e dallo scrittore Julien Blondel, che decidono di ridare vita e riportare in auge il corrotto e affascinante Elric. Decidono così di affrontare il lavoro insieme alle chine di Robin Recht e ai colori di Jean Bastide ritrovando in questo connubio di stili e formazioni diverse una squadra vincente sotto tutti i fronti.

Le matite dettagliate di Didier Poli vengono stravolte dalle chine nervose, impulsive e caotiche di Robin Recht, che a loro volta vengono riempite dai colori vibranti e dal segno passionale di Jean Bastide.






Questo esperimento nato dal caso e dalla passione per una storia, ci fanno capire che si possono creare grandi cose mescolando con gusto e testa, stili totalmente diversi tra loro così da compensarsi alla perfezione.

L'attenzione per la narrazione e la dinamicità cinematografica del ritmo delle vignette rendono l'opera fluida come se tutto fosse in movimento.
 

Le composizioni sono curate e bilanciate in ogni vignetta e anche la pagina più caotica a prima vista presenta un profondo studio che riesce a dare linee guida al nostro occhio per condurlo attraverso il disegno e i punti chiave che vogliono darci.

Alla fine dei vari volumi, vi è un capitolo dedicato al progetto, con esaustive spiegazioni su com'è nato e lo sviluppo dei concept che riguardano mondo e personaggi.


I concept accurati di ogni personaggio fino ad arrivare alle architetture e alle ambientazioni ci fanno capire che nulla è stato lasciato al caso e che l'eleganza regna sovrana e che nulla risulta volgare nonostante lo stile sia profondamente, dark, gotico ed esplicitamente violento.


Un opera che consigliamo a livello di trama, sceneggiatura, disegni e studi di ambientazione.
La banalità qui non esiste e l'occhio ne resta più che appagato.



Serena Lombardo

lunedì 2 gennaio 2017

INTERVISTA - Marco Guadalupi



10 domande per conoscere meglio i professionisti del settore




Ciao Marco! Ci presentiamo brevemente? 

Ci racconti quanti anni hai? Quale è la tua città e da quanto tempo fai del disegno la tua professione?


Ciao, eccomi qui! Grazie per questa opportunità! Sono nato nell’anno di uscita dei Goonies al cinema, anche se ci credono in pochi. Sono in Salento, Puglia, precisamente a Brindisi. Ho lavorato nel settore editoriale per diversi anni. Ho frequentato una scuola di fumetto. Amo da sempre disegnare e raccontare storie. Da circa un anno mi occupo di illustrazione e grafica a tempo pieno.  


Ti definiresti un artista o un illustratore? Ci spieghi la differenza, per te,  tra queste due “etichette”?

Secondo me la differenza tra i due termini è che con artista di definisce una persona che si esprime facendo arte con qualsiasi mezzo e/o azione possibile. Mentre illustratore è una figura che si occupa di un determinato settore, quindi è un’etichetta più settoriale. Io forse adesso mi sento più illustratore, perché mi occupo soprattutto di illustrazione, anche se mi interesso di altre attività artistiche come la fotografia e la scrittura. 

Grafite o penna grafica?

Ho iniziato a disegnare a matita, provando diversi strumenti tradizionali: pennelli, chine, acquerelli e tempere. Quando ho scoperto il digitale ho abbandonato pian piano le matite. È stato un processo graduale; utilizzavo gli strumenti tradizionali per disegnare e la tavoletta per la colorazione. Ora faccio tutto in digitale, dal bozzetto alle matite, fino ai colori. Mi ci trovo bene e riesco a esprimermi come voglio. Ogni tanto mi capita di riprendere in mano una matita, ma solo per scrivere brevi appunti. 

Un ostacolo incontrato lungo la strada?

La frustrazione, assolutamente! È l’unico vero ostacolo che sento di definirlo tale. Soprattutto quando si è agli inizi è difficile andare avanti. 
Si affrontano lunghissime fasi di apprendimento ed esercizio. Fare tanta pratica e non accorgersi dei risultati, dei miglioramenti… È dura. 
È molto frustrante anche perché c’è poca gratificazione. Però la pratica (e combattere la frustrazione) serve, serve tantissimo.
 Ci faccio caso ora e sono molto felice di non aver mai mollato. Ne è valsa la pena. Naturalmente non mi sento arrivato. C’è sempre da imparare e voglio migliorare ancora.  




Il primo lavoro?

Ho illustrato alcune storie per bambini. Faranno parte di un’app, attualmente in fase di sviluppo. Ho realizzato una trentina di illustrazioni per tre differenti storie. 

La tua “illustrazione nel cassetto” ? (un lavoro o un progetto al quale tieni particolarmente)

Realizzare illustrazioni ispirate a Una Serie di Sfortunati Eventi. Non è tutta farina del mio sacco, non essendo un progetto personale a tutti gli effetti, ma ci tengo in maniera particolare. Ho sempre desiderato creare qualcosa su Una Serie di Sfortunati Eventi, perché ho adorato i libri di Daniel Handler (Lemony Snicket) e anche il film con Jim Carrey (checché se ne dica in giro). Ci penso da più di un anno e ho iniziato a fare i primi bozzetti e gli studi dei personaggi proprio in queste ultime settimane. Lo faccio nel tempo libero e non so quante illustrazioni riuscirò a completare, ma l’importante e aver iniziato. Riguardo a progetti completamente miei ho qualcosa in mente, sì. Nel cassetto. Non mi dispiacerebbe illustrare alcune scene dei romanzi che ho scritto in passato. 


Il PORTFOLIO, parola spaventosa per gli esordienti, cosa consigli?

Prima di tutto di non avere fretta. Non realizzare illustrazioni solo per far numero; meglio lavorare sulla qualità che sulla quantità. Mettere in luce i propri punti di forza è un altro consiglio (quindi bisogna anche conoscere bene se stessi). Poi di studiare bene le richieste del mercato ed evitare di creare un portfolio monotematico, per esempio fatto di solo di studi di personaggi. 

Una carrellata di creativi che segui o ai quali vorresti stringere la mano?

Sono tantissimi! In realtà mi piacerebbe stringere la mano a tutti i creativi che seguo sui social. Ci sono illustratori bravissimi e che ammiro tantissimo. Alcuni non sono famosi – non ancora! – ma li trovo davvero eccezionali. Anche se è impossibile nominarli tutti colgo l’occasione per ringraziarli. Da loro imparo sempre qualcosa. 


Progetti per il futuro?

Sto lavorando ad alcuni progetti per piccoli lettori. Non posso dire molto, purtroppo. In generale cerco di organizzare il lavoro giorno dopo giorno. Pianifico, certo, ho le mie idee, ma evito di guardare troppo in là. Voglio fare bene ora. Al futuro (molto futuro) ci penserò quando sarà il momento, come mi ha insegnato Hagrid! (quel che sarà sarà…)

Domanda a piacere: non te l’abbiamo chiesto, ma avresti  tanto voluto dircelo durante quest’intervista.

Uhm, vediamo, fammici pensare… Ecco, ci sono! “Cosa ti riesce meglio nelle illustrazioni? Qual è il tuo punto di forza?” Risposta: Penso sia la scelta dei colori. Me lo dicono spesso e inizio a farci caso. Ricordo di aver avuto a lungo problemi con la selezione delle palette. Ho curato questo aspetto esaminando e auto criticando anche piuttosto pesantemente i miei lavori. Come sempre la pratica aiuta.








Grazie mille! ☺


Le SvalvoLinee


Cristina De Liso

Laura Deo
Serena Lombardo
Cristina Trapanese