lunedì 28 novembre 2016

Scopri l'artista: Benjamin Chaud



Oggi parliamo di un illustratore francese di successo: Benjamin Chaud.
E' nato nel 1975 a Briançon in Francia, ha studiato arti applicate e
 arti decorative a Parigi e a Strasburgo. 
Dal 2009 vive e lavora a Parigi



Ha illustrato più di 60 libri, per alcuni dei quali è stato anche autore, come ad esempio "Una canzone da orsi", che ha vinto il Premio Andersen nel 2014.

Una sua serie di libri molto famosa è "Pomelo", che ha come protagonista un elefantino rosa.


In Italia ha lavorato con Davide Calì ai simpaticissimi libri "Non ho fatto i compiti perché" e "Sono arrivato in ritardo perché", editi da Rizzoli.



Il suo modo di usare la china un po' retro, i mille dettagli in cui perdersi mi ricordano alcuni libri anni '70, in particolare quelli illustrati da 
Adelchi Galloni come "Baciccia nel far west" e "Robin dei pirati".


                                         Benjamin Chaud                                        Adelchi Galloni

Libri che ho conosciuto da piccola: sulle grandi pagine c'erano una miriade di personaggi
 e oggetti, convivevano tante scenette divertenti e passavo le ore a "esplorare" quelle immagini.
Eccone una tratta da un libro di Galloni:


Si ha la stessa sensazione con le illustrazioni di Benjamin Chaud, che seguono la tradizione del wimmelbuch.

Il Wimmelbuch è un tipo particolare di libro illustrato. In italiano si potrebbero chiamare "libri brulicanti". Sono libri quasi sempre senza testo, con disegni di città o luoghi all'aperto pieni zeppi di piccoli dettagli e tantissimi personaggi, ognuno fa qualcosa, ci sono tanti racconti da scoprire. 


Insomma, Benjamin Chaud è assolutamente un illustratore da conoscere, i suoi libri brulicanti sono tutti da studiare!







Laura Deo


sabato 19 novembre 2016

Gli strumenti del mestiere: il pennello digitale

 Laura Deo



Oggi voglio parlarvi di uno "strumento del mestiere" particolare:
 il pennello digitale.

Se usate Photoshop, capite bene quanto è importante avere una buona scelta di pennelli preferiti.
Magari anche personalizzati, che avete creato voi stessi.


Ci sono mille modi di scaricare pennelli digitali già fatti, di mille tipi diversi, dai mille effetti desiderati.

I migliori che mi siano stati mai consigliati sono i pennelli di Kyle Brush, che un po' hanno cambiato il mio modo di disegnare in digitale.

Il prezzo varia a seconda della serie di pennelli. Ma in ogni caso, ne vale sempre la pena!

Risultati immagini per kyle's ultimate megapack


Io ho comprato Kyle's Ultimate Megapack

Ci ho trovato dentro un sacco di bei pennelli, più di 160.
Effetto matita, gouche, natural brush, acquerello, acrilico, inchiostro, pastelli e tanto altro.



Ho fatto qualche prova con i miei preferiti, quelli che uso di più, che trovate nelle immagini incollate. Ho appuntato i nomi dei pennelli usati vicino ad ogni prova.


       


Tra l'altro, Kyle invia per e-mail aggiornamenti continui con la possibilità di scaricare altri pennelli in omaggio

E' un acquisto che consiglio a chi usa già il digitale da un po', non certo a chi è alle primissime armi.

Qui la gallery di immagini realizzate usando i pennelli di Kyle.


Scegliete con cura il pacchetto da acquistare!
La lista è lunga, bisogna dedicare un po' di tempo a provarli tutti e scegliere i vostri preferiti.

Correte a comprarli se volete ottenere un disegno digitale più pittorico,
o se siete alla ricerca di uno stile più personale e non riuscite ad ottenerlo in digitale,
vi aiuteranno un sacco!



Laura Deo 

mercoledì 16 novembre 2016

INTERVISTA: Micaela Chirif



10 domande per conoscere meglio i professionisti del settore










Ciao Micaela!
Ci presentiamo brevemente?

Ho studiato filosofia, ma ho sempre scritto, prima poesie (per adulti) e dopo libri per bambini. Mi interessa molto il vincolo tra testo e immagine e ho riscontrato che il formato dell’albo illustrato mi ha permesso di esplorare questa relazione, o meglio,  questa non relazione. Dico non relazione perché la parola e l’ immagine sono, in realtà, di naturalezza differente ed è impossibile farle coincidere. Qui c’è giustamente la parte interessante: inventiamo storie e spiegazioni per cercare di chiudere la breccia tra parole e immagini.



Hai detto che in un’altra vita ti piacerebbe essere un’illustratrice?

Ci spieghi perchè?

In realtà, mi piacerebbe poter essere un’illustratrice in questa vita. E’ solo perché non posso che ho deciso di esserlo nella prossima… però è solo una scusa, come quella della volpe con l’uva.
Perché mi piacerebbe illustrare? Perché quando concepisco un libro lo faccio molto spesso attraverso le immagini. Penso sempre il testo in relazione alle immagini. I miei testi sono molto brevi e, in generale, si completano con le informazioni che offre l’illustrazione e non avrebbero sentimento senza quest’ultima.
So che nella maggior parte dei casi, quando lo scrittore non è egli stesso anche l’illustratore, è la casa editrice che si incarica del processo delle illustrazioni del libro. Nel mio caso, mi piace lavorare direttamente con l’illustratore quando è possibile, o con l’illustratore e l’art director, che molto spesso manifesta una visione esterna indispensabile.  Così, le immagini escono conformi e si può procedere arricchendo la storia o, anche, si può modificare. Lavorare in questo modo rende il processo più lungo, però, allo stesso tempo, da più consistenza al risultato finale. La condizione per poter farlo è avere una struttura molto solida che può essere sostenuta senza che il libro sfugga dalla mano. E, chiaramente, è necessario che l’illustratore sia aperto al dialogo.



Biro e l’odore della carta o computer?


Le idee e i libri li scrivi sempre su carta. Penso meglio lavorando sulla carta. Dopo passo il testo al computer e lo stampo per continuare a correggere sulla carta. E’ vero che ci sono programmi che ti permettono di scrivere “a mano” sulla tavoletta grafica, ma non è lo stesso. Non si possono avere diverse pagine allo stesso tempo, cancellare o piegare la carta. Non c’è nulla come la sensazione della carta, gli schizzi, le macchie. Compro le matite a pacchi da cinquanta perché le perdo continuamente e spendo soldi in quaderni che trovo comodi.



Un ostacolo incontrato lungo la strada?

Vivo in un paese, il Perù, dove la produzione editoriale è difficile. Non ci sono molti mezzi, né molte case editrici, né molti illustratori… né molti lettori. Riassumendo, non c’è un sistema, che più o meno, funzioni. Questo fa si che gli sforzi siano molto individuali, e a volte un po’ stressanti. D’altro canto, c’è un margine di libertà molto alto per fare qualsivoglia cosa si desideri poiché non c’è un sistema né un mercato cui rispondere. Inoltre, nei limiti consentiti, ciascuno può fare molto.





Il primo lavoro?


Ho fatto molte cose prima del mio primo libro per bambini. Molti lavori diversi. Non ho iniziato la mia vita lavorativa scrivendo. Il mio primo libro per bambini si chiama “Don Antonio e l’albatros”. Lo feci in un circostanza imprevista: il mio compagno dell’epoca era un poeta che scriveva anche libri per bambini, accade che si ammalò e morì. Poco prima di morire mi aveva detto che gli sarebbe piaciuto fare una storia su un uomo che insegnava a volare ad un passero che non voleva migrare. Dopo la sua morte, per omaggiarlo, decisi di scrivere la storia, che è stata pubblicata con entrambi i nostri nomi. Da allora, mi resi conto di aver trovato qualcosa che mi piaceva fare, qualcosa che non mi era mai passato per la testa.



Un progetto a cui sei molto affezionata, ma che ancora non sei riuscita a realizzare?

Ho sempre molti progetti in cantiere. A volte perché si tratta di libri che non hanno mai preso corpo, altre perché non ho incontrato nessuno con cui farli. Più che con i progetti, credo che sogno di lavorare con un gruppo di persone in maniera costante, facendo progetti, dandogli corpo, pensarli e ripensarli un’altra volta.. La mia collezione di “Pendenti” (cose non in equilibrio, modo di dire) è piena. E continuo ad arricchirla.



Una carrellata di creativi che segui o ai quali vorresti stringere la mano?


Più che ammirare autori, ammiro libri concreti. Ammiro tantissimo “Il papero e la morte” di Wolf Erlbruch, di Chris Van Allsburg, di Jurg Schubiger e chiaramente di Sendak. Bruno Munari è fantastico. Però, chiaramente, qui parliamo di classici. I libri che recentemente mi sono piaciuti di più: “Cappuccetto Rosso” di Marjolaine Lerav, “Telefono decomposto” di Ilan Brenman e Renato Morriconi, “Se vuoi vedere una balena” (gran bella combinazione di testo e imagini) di Julie Fogliano con illustrazioni di Erin E. Stead, illustratore anche di “il buco”, “Cosa fanno le ragazze?”, “Cosa fanno i bambini?”, di Nikolaus Heidelbach, “Los demonios caca” di Fabienne Loodts, “Il buco”(gran gran lavoro) di Øyvind Torseter e moltissimo altro. Pensando chi mi ha fatto piacere conoscere, direi Wolf Erlbruch. Magari prendere un caffè con lui e conversare. Deve essere stato un uomo di un sensibilità straordinaria.



Progetti per il futuro?


E’ difficile parlare dei progetti futuri. Ce ne sono molti, però preferisco aspettare che escano per parlarne. Devo essere un po’ superstiziosa…



Domanda a piacere: non te l’abbiamo chiesto, ma avresti  tanto voluto dircelo durante quest’intervista.


Alcuni amici mi hanno detto alcune volte che possono riconoscermi nelle poesie che scrivo, che sono per adulti, però non nei miei libri per bambini. Dicono che in quelli è come se io sia un’altra persona. Forse è per questo che mi piace scrivere per bambini: la possibilità di trasformare le cose in una direzione più amabile. C’è molta crudeltà nel mondo, è la verità, e i libri per bambini non lo sono, non devono esserlo, una eccezione. Però una certa tenerezza in certe storie è indispensabile, io credo, per lottare con la parte difficile. Inoltre, nei libri per bambini, specialmente nel formato dell’albo illustrato, ci sono molte poche restrizioni. Forse è proprio perché si crede, spesse volte, che la letteratura per bambini sia un genere “minore” che ha molta libertà di creazione.



   











Grazie mille! ☺

Le SvalvoLinee


Cristina De Liso
Laura Deo
Serena Lombardo
Cristina Trapanese

domenica 6 novembre 2016

Scopri l'artista: Júlia Sardà

Júlia Sardà



Oggi parliamo di una giovane e talentuosa illustratrice free-lance: Júlia Sardà !
E' nata a Barcellona, ha lavorato come character designer per videogame e adesso si dedica soprattutto a libri per bambini.



Ha illustrato classici come "Alice nel paese delle meraviglie", "Charlie e la fabbrica di cioccolato", "Il Mago di Oz", "Il giardino segreto"...

Julia ha uno stile particolare, mi ricorda un po' alcune illustrazioni di Carson Ellis per il gusto vintage. per la palette di colori che usa e i tanti dettagli.



Si vede anche un'influenza della vecchia scuola Disney

Dipinge in digitale, con un disegno pittorico, dimostrando una conoscenza tecnica ed un fantastico senso del colore.

Un mix di vintage e moderno!

I suoi personaggi sono divertenti, particolari, studiatissimi.

Questo ottobre è uscito il suo ultimo libro "The Liszts".

Risultati immagini per the liszts julia sarda 

Troverete un'interessante intervista a riguardo qui: si parla del suo processo creativo, di come inventa i personaggi e dà loro vita... ci sono bozze a matita e bellissime illustrazioni dal libro! 

Da tenere d'occhio anche eventuali workshop in Italia: negli ultimi anni ce ne sono stati due da IDEA Academy a Roma.



Laura Deo

mercoledì 2 novembre 2016

Gli strumenti del mestiere: Acquerelli Artist Winsor&Newton





I Winsor&Newton artists watercolour sono nati nel 1832 dando vita ai primi acquerelli di qualità.

Quelli che vi mostro oggi sono un’edizione vecchiotta che porta la scritta “selected list". 

In genere questa marca fa due linee ben distinte (in pasticca o in tubetto): i Cotman, acquerelli da studio per apprendisti; e gli Artist per chi ha già una buona esperienza.
La differenza tra queste due linee è che i primi sono sintetici, quindi con alternative più economiche rispetto al pigmento puro ed hanno tutti lo stesso prezzo, per di più abbordabile, mentre i secondi possono vantare una base naturale, quindi pigmento puro, ed il prezzo varia a seconda del colore che scegliamo di comprare.




Oggi parleremo degli artist poiché mi sono stati regalati e volevo condividere con voi il mio entusiasmo per la resa di questo prodotto!
Come mi aspettavo i colori sono davvero brillanti e si nota tantissimo che sono a base di pigmento puro grazie alla stesura davvero materica e al bellissimo impatto che hanno sulla carta.
Potete trovare i tubetti da 5, 14 o 37 ml e noterete tra le varie info sul tubetto la dicitura “series” con un numerino affianco che varia dall'1 a l 5 che indica l’eccellenza del pigmento.

Queste immagini sono delle prove che ho fatto su carta moleskine, quindi molto sottile, ed il risultato è estremamente positivo.






I prodotti della rinomata e antica casa Winsor&Newton possono di certo essere comprati ad occhi chiusi, ma volevo assolutamente condividere con voi la mia esperienza con questo loro particolare prodotto!







Cristina Trapanese


martedì 1 novembre 2016

Oggi sulla scrivania: "Frida Kahlo, autoritratto di una vita"

Frida Kahlo
autoritratto di una vita

testo di Sabina Colloredo
illustrazioni di Sara Not
edito da Edizioni El, 2016, pag.73
Età: 7+



     

Oggi sulla scrivania troviamo un piccolo libro formato tascabile di Edizioni el,
"Frida Kahlo, autoritratto di una vita".

Il libro fa parte della collana "Grandissimi" che raccoglie biografie di grandi personaggi, da Cleopatra ad Einstein, per avvicinare i più piccoli alle loro vite straordinarie.

Ho comprato questo libro attirata dalle deliziose illustrazioni di Sara Not e i tipici colori messicani.




Il testo è chiaramente pensato per un bambino, ma è una lettura molto piacevole anche per un adulto. 
Perché la vita di Frida è raccontata in modo vivace e mai noioso, semplice e diretto, senza mai lasciare fuori la vita vera, la persona dietro il personaggio famoso.

La storia è divisa in nove capitoli, ognuno per un'età diversa.
La vita di Frida Kahlo è stra-conosciuta e qui è ripercorsa per intero.



L'infanzia nella sua "Casa Azul", chiamata così perché dipinta di azzurro, l'incidente nel tram, la sofferenza e la solitudine.

Con un linguaggio semplice, adatto ai bambini, si spiegano concetti un po' più complicati, tra cui anche la sua arte, così vicina al suo mondo interiore.



Le sue emozioni, il rapporto con il padre, con la sorella, con Diego Rivera.
La sua passione (quasi una necessità) per l'arte: dipinse tutti i giorni, "il suo ultimo giorno fu il suo ultimo dipinto".


Ma la cosa che mi piace di più di questo libro rimangono le illustrazioni. Colorate, ironiche, molto allegre e divertenti... perfette insieme al testo.
I personaggi sono disegnati con tratto fluido, a matita, molto espressivi!





Laura Deo